Mettere l'uomo al centro, non le merci
E’ singolare considerare come in un mondo iperglobalizzato ed iperconnesso stiamo vivendo una situazione paradossale che ci fa quantomai apprezzare l’isolamento più completo, non digitale s’intende. C’era da aspettarselo, ma tutti eravamo convinti che qui il coronavirus sarebbe arrivato solo marginalmente. Era relegato nell’estremo oriente. Ricordo ancora le prime trasmissioni di Melog sul tema, ancora misconosciuto; facevano leva sull’atmosfera surreale che si respirava in quei giorni di inizio anno a Wuhan, dove le persone erano letteralmente segregate in casa e non potendo uscire si parlavano di notte tra un palazzo e l’altro. Come succede nella vicina Venezia.