La globalizzazione al tempo del medioevo

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Studiare è pericoloso e ricordate, disse Ubertino da Casale: “getta via tutti i tuoi libri”. Qual è il fine ultimo della globalizzazione? E’ il cieco fideismo nei mercati, dove l’uomo e la ragione non sono più al centro, ma ridotti la prima ad inutile esercizio speculativo  ed il secondo a puro individuo acritico; soggetto depensante e mero consumatore acefalo di merci inutili e superflue. Studiare è pericoloso e ricordate, disse Ubertino da Casale: “getta via tutti i tuoi libri”. La conoscenza è seduttiva e per questo essa stessa è pericolosa, ma questo lo aggiungo io.

La conquista del tempo libero

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Sembrerà una banalità ma il vero ricco è chi dispone del proprio tempo libero, un bene preziosissimo che nessuno potrà mai rubarci. Sarà una mia percezione, ma mai come in questi ultimi venti/venticinque anni la gente è così stanca e sfinita dal tempo investito nel proprio lavoro. E’ fuori di dubbio che siano aumentati in maniera esponenziale gli impegni lavorativi (in parte per sopperire la carenza di altro personale non più rimpiazzato soprattutto nella PA e dall’altra per aumentare la “produttività”) tutto ciò a discapito della vita sociale e relazionale.

C'erano una volta i cartoni animati

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Striduli ansiogeni ed irritanti personaggi senza anima propongono episodi in cui non esiste più un riferimento centrale, non c’è più una storia di fantasia o comunque trasposta dalla realtà. Rimango sempre più esterrafatto di fronte all’insignificante messaggio dei cartoni animati di oggi che vengono proposti alle giovanissime generazioni. Più che insignificante definirei addirittura deleterio il loro messaggio di fondo. Per lo più, con qualche rarissima eccezione (che non mi viene in mente), rappresentano il nulla, il vuoto assoluto o nel migliore dei casi la vanità più totale.

Servi della gleba

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E' davvero la verità quella che ci viene raccontata sui servi della gleba o sono piuttosto dei semplici luoghi comuni? Nella nostra memoria collettiva, soprattutto quella di studenti, abbiamo sempre sentito parlare di servi della gleba, quei poveri contadini sfruttati all’inverosimile dal signore di turno per il proprio tornaconto personale. L’immaginario collettivo è potente ma l’evidenza delle fonti denuncia in realtà un falso storico. Nulla infatti di tutto questo è vero. O meglio: quelli che vengono chiamati servi della gleba non sono mai esistiti, ma sono una mera invenzione storiografica dei medievisti del XIX secolo.

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